Articoli con tag Unione Europea

Isis, Ucraina, Grecia, e l’Europa che non c’è

Il numero gennaio-febbraio 2015 del periodico Italicum, che potete scaricare gratuitamente dalla pagina dei downloads

Italicum gennaio-febbraio 2015

Italicum gennaio-febbraio 2015

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Verso un’Europa post – euro?

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Il numero novembre-dicembre 2014 del periodico Italicum, che potete scaricare gratuitamente dalla pagina dei downloads

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La quarta guerra mondiale

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Il numero settembre-ottobre 2014 del periodico Italicum, che potete scaricare gratuitamente dalla pagina dei downloads

Editoriali
Luigi Tedeschi: Quanto durerà la “gabbia d’acciaio” europea? 2
Marco Della Luna: Dove portano queste riforme 5

Focus: La quarta guerra mondiale
Costanzo Preve: La quarta guerra mondiale 9
Franco Cardini: Ancora sull’Isis: un tocco di esoterismo, una punta di simbolismo… 15
Agostino Fusar Poli: L’Italia a rimorchio di UE ed USA contro la Federazione russa 17
Claudia Regina Carchidi: L’Argentina marcia verso un altro incubo 19

Attualità
Mario Porrini: La Farnesina senza guida dimentica i marò 20
Augusto Sinagra: Enrico Letta, Scozia indipendentista ed unione europea 21

Cultura
Adriano Segatori: Relativismo buonista e perbenismo ipocrita 24
Eugenio Orso: Un’altra specie 25
Luca Lonello Rimbotti: Giovanni Gentile: dal marxismo all’umanesimo del lavoro 27
Carlo Bertani: Andarsene 30

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L’indipendenza della Scozia è un evento auspicabile oppure no?

di Luigi Tedeschi
nazionalista-scozzese
L’indipendenza della Scozia è un evento auspicabile oppure no? Il referendum del 18 settembre ha un rilievo che travalica la eventuale secessione della Scozia dal Regno Unito di cui da secoli è stata parte integrante. L’autodeterminazione dei popoli è un principio sancito dalle Nazioni Unite e che ha determinato le sorti della geopolitica europea dalla prima guerra mondiale in poi. Non c’è dunque da rammaricarsi per lo smembramento di un Regno Unito che è stato fondato in concomitanza della conquista degli stati limitrofi e ha poi esteso il suo dominio coloniale sui continenti nel corso dei secoli passati. Le identità dei popoli nell’era della globalizzazione spesso si riaffermano quali fenomeni di rigetto verso un sistema di dominio economico e politico planetario.
La Scozia, fu unita all’Inghilterra mediante la sigla dell’ Act Union del 1707, che diede vita alla Gran Bretagna. In realtà tale unione rappresentò una annessione all’Inghilterra, che estese il suo dominio politico ed economico sulla Scozia. L’Inghilterra e la Scozia avevano identità e cultura tra loro diverse. Nel ‘500 il regno scozzese era legato alla Francia in funzione anti inglese. Con la riforma protestante la Scozia divenne calvinista e aderì alla Chiesa presbiteriana, contrapponendosi a quella anglicana. La conquista inglese comportò la recinzione delle terre comuni e la creazione di fattorie con relativa gestione in forma capitalista della agricoltura locale. Gli inglesi inoltre si appropriarono di vaste aree già destinate al pascolo che divennero tenute adibite all’allevamento e alla caccia. Tali trasformazioni dell’agricoltura scozzese rappresentarono un colpo mortale per la cultura autoctona e per una economia già dedita alla pastorizia. I mercanti scozzesi furono inoltre esclusi dalle reti commerciali instauratesi tra l’Inghilterra e le colonie delle Indie orientali e del Nord America. L’impoverimento della popolazione determinò massicce ondate migratorie scozzesi e l’arruolamento in massa nell’esercito inglese. La rivoluzione industriale favorì l’inurbamento della popolazione nella città di Glasgow, dando vita alla povertà diffusa di un proletariato industriale che duramente pagò le conseguenze delle crisi economiche susseguitesi. Tali eventi sono rimasti nella memoria storica del popolo scozzese e hanno suscitato alla lunga un sentimento indipendentista, quale recupero di una identità perduta.
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The Day After

Il numero di ITALICUM aprile-maggio 2014,
che puoi scaricare come file PDF dalla pagina dei downloads

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Editoriali
Eugenio Orso: The day after, ossia l’Italia senza speranza 2
Mario Porrini: Occasione mancata 3

Focus: The day after
Luigi Tedeschi: Renzi, l’uomo della conservazione impossibile 5
Intervista a Marco Della Luna autore del libro “Sbankitalia” 7
Stefano De Rosa: Le ragioni del populismo 10
Augusto Sinagra: Nel nuovo parlamento europeo cambierà qualcosa? 11
Alain de Benoist: Europa mercato o Europa politica 13

Esteri
Eduardo Zarelli: Ucraina: l’occidente contro l’Europa 17

Cultura
Costanzo Preve: Orizzonti di resistenza all’americanismo 22
Adriano Segatori: Trasgressori senza dignità 27
Luca L. Rimbotti: La ricostruzione del sistema: capolavoro del sessantotto 29

Attualità
Carlo Bertani: Piccola storia ignobile 31
Roberta Dassie: Ufo e Alieni: il fenomeno è reale? 33

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The day after, ossia l’Italia senza speranza

di Eugenio Orso
renzi
Ciò che è accaduto domenica, in occasione delle elezioni per il parlamento europeo, è troppo poco definire sconcertante. Scioccante potrebbe andare un po’ meglio, ma è ancora insufficiente.
Verrebbe da dire che gli italiani non hanno memoria e neppure spina dorsale, che non solo non imparano dai propri errori, ma ne commettono sempre di peggiori. Il voto a valanga al pd di Renzi, euroservo e filo-atlantista – impegnato a ridurre l’Italia a un cumulo di macerie sociali e produttive per conto delle aristocrazie del denaro e della finanza – lo testimonia nel peggior modo possibile. Potremmo forse parlare di “Sindrome di Stoccolma”, visto che il consenso è stato amorevolmente concesso ai carcerieri e kapò piddini, che si celano dietro l’immagine promozionale di Renzi.
Mentre nel resto d’Europa si moltiplicano i segnali di ribellione all’unionismo elitista e alle politiche antisociali, in Italia accade esattamente il contrario e la sinistra neoliberista, atlantista ed europeista, incarnata perfettamente dal pd, raggiunge il massimo storico dei consensi.
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CONTRO L’EUROPA

di Mario Porrini
NO EUROPA
Si torna alle urne per le elezioni politiche europee e mai come questa volta il voto avrà una grandissima importanza. La situazione economica è drammatica e, malgrado le assicurazioni di politici ed economisti, non sembra assolutamente alle viste una sia pur timida ripresa. La cura, imposta da Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea ai paesi più deboli, per ridurre l’indebitamento statale, richiama alla mente il detto di Keynes : “l’intervento è riuscito ma il paziente è morto”. Non a tutti è chiaro che, per rientrare nei parametri di Maastricht, il cosiddetto “Fiscal Compact” prevede tagli di spesa per 50 miliardi all’anno, per i prossimi venti anni. Alla luce di ciò, non sembra che ci possano essere i presupposti perché l’economia possa ripartire come tutti ci auguriamo. Gli italiani, i greci, i portoghesi si trovano nella condizione di dover sottostare ai voleri di un gruppo di banchieri e burocrati che dettano le direttive ai governi nazionali, senza curarsi delle esigenze e delle conseguenze sociali. In Italia, gli ultimi tre presidenti del consiglio – Monti, Letta e Renzi – sono entrati a Palazzo Chigi senza aver avuto l’investitura popolare ma semplicemente grazie alla nomina – su pressione di misteriose lobbies finanziarie internazionali – di un personaggio, il Presidente della Repubblica Napolitano, che, a sua volta, non è stato eletto dal popolo ma da un gruppo di parlamentari. Alla faccia della tanto decantata democrazia!
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Sbankitalia: come i partiti derubano gli italiani dietro la facciata dell’integrazione europea

Marco della Luna: Sbankita, ed. Arianna Editricel
Luigi Tedeschi intervista Marco della Luna, autore del libro

1. D.: Gli accordi Ecofin di fine dicembre 2013, che prevedono la devoluzione delle funzioni di vigilanza bancaria alla BCE, il cui intento ufficiale sarebbe quello di rafforzare la capitalizzazione del sistema finanziario, al fine di scongiurare i rischi di default emersi all’indomani della crisi del 2008, in realtà rappresentano un ulteriore rafforzamento del sistema bancario centrale europeo, a danno degli stati e delle banche più deboli. Tra l’altro, verranno sottoposti a stress test i titoli del debito pubblico degli stati. In realtà il coefficiente di rischio del debito pubblico è quasi nullo. I titoli pubblici vengono acquistati e restituiti dalle banche alla scadenza allo stesso valore. Variazioni possono verificarsi solo se i titoli vengano alienati prima della scadenza, ai valori di mercato. Tali stress test di per sé aumentano artificialmente il coefficiente di rischio e quindi tale procedura, potrebbe distogliere gli investitori dall’acquisto dei titoli pubblici dell’area euro, con relativo aggravio degli interessi sul debito degli stati. Le nuove procedure di vigilanza sono particolarmente perniciose per gli stati più deboli, che, con gli evidenti segnali di deflazione manifestatisi recentemente, vedono aggravarsi la loro situazione debitoria, indipendentemente dai ribassi dello spread. Nell’ambito bancario invece, vengono penalizzate specialmente le banche locali (popolari, cooperative ecc.), che esercitano il credito a breve, in quanto sottocapitalizzate ai sensi dei principi di verifica degli stress test. Vengono quindi penalizzati gli istituti che esercitano il credito verso la piccola e media impresa e i privati, in quanto dette banche incontreranno maggiori difficoltà nell’erogare il credito, dovendo effettuare gravosi accantonamenti a fronte delle concessioni dei prestiti. Non è questo accordo una ulteriore fase del processo di dissolvimento della economia reale a favore della economia finanziaria?
R.: Certamente. La fase precedente era una fase di capitalismo finanziario, in cui il settore produttivo dell’economia era dominato dalla finanza e dalla sua logica budgetista, con tagli a investimenti, innovazione, impiantistica, formazione, e puntava alla massimizzazione della rendita del capitale. Ora, come spiega Nino Galloni, siamo entrati in una nuova fase, quella del capitalismo ultrafinanziario, in cui la finanza si interessa solo di sé, di congegnare, moltiplicare e collocare titoli prescindenti da qualsivoglia sottostante reale, e di riconfezionarli spacciandoli con nuove forme derivate quando entrano in crisi, e ultimamente di far intervenire, con enormi creazioni di denaro fresco, la banca centrale di emissione per assorbirli quando proprio divengono improponibili (cash for trash, q.e., ltro) e quando bisogna rifinanziare le banche destabilizzate dagli azzardi di chi le maneggia. Tutto questo senza curarsi del finanziamento dell’economia reale e di salvaguardare l’occupazione e il pil.

Marco Della Luna: Cimiteur

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Speciale Ucraina 2014

Dedichiamo un numero speciale di Italicum alla complessa e difficile situazione in Ucraina.
Ucraina Italicum numero speciale
Lo speciale può essere scaricato, in formato PDF, dalla pagina dei downloads.

NELLO SPECIALE:
Luigi Tedeschi: Europa euroasiatica o americana? 2
Gianluigi Cecchini: Argomenti sulla legittimità dell’intervento russo in Crimea: profili geostrategici e giuridici 4
Eugenio Orso: Ucraina ed elezioni europee 11
Valentina Rossetti de Scander: Per un raffronto fra la Guerra d’Oriente del XIX secolo e l’attuale azione russa in Crimea 12
Marco Antollovich, Luca Susic: La nuova Ucraina e gli interessi dell’Orso Russo 15
Carlo Bertani: Der neue Lebensraum 18
Marco Antollovich: La crisi in Crimea: Perchè l’Occidente teme il diritto di autodeterminazione? 22
Ezio Benedetti: La questione caucasica all’origine della crisi ucraina 24

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Incendio Ucraina

Il numero di ITALICUM gennaio-febbraio 2014,
che puoi scaricare come file PDF dalla pagina dei downloads
Italicum gennaio-febbraio 2014
Focus: Incendio Ucraina
Luigi Tedeschi:
Morire per l’Europa? 2
Eugenio Orso: Considerazioni sugli sviluppi della situazione ucraina 4
Politica interna
Marco Della Luna: Un economista fallito alla guida dell’economia italiana? 5
Carlo Bertani: Ho fatto un sogno 7
Ettore Rivabella: I risultati negativi per il “mercato del lavoro” della Riforma Fornero 10
Augusto Sinagra: La lunga e tragica storia del tradimento del popolo italiano 12
Romano Olivieri: Basta fatti, vogliamo parole 14
Cultura
Costanzo Preve: Una visione controcorrente di un’epoca di paradossi culturali 17
Adriano Segatori: Il baratro del nichilismo 21
Luca Leonello Rimbotti: Elogio dell’Anarchia 23
Roberta Dassie: Esiste ancora il senso di appartenenza? 26
Attualità
Mario Porrini: Nostalgia di quale passato? 27
Stefano De Rosa: Spread e lavoro al tempo di Peppa Pig 28
Esteri
Claudia Regina Carchidi: Dalla Bolivia al Brasile, le elezioni del 2014 30
Agostino Fusar Poli: La sfida perenne tra Occidente liberale e Spiritualità orientale 31
Laura Gardin: I “cancer villages” in Cina 32

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